Gli esperimenti finora condotti dall’International Potato Center dimostrano che c’è una buona probabilità di coltivare patate su Marte. Una ricerca che sarà utile anche per le popolazioni che vivono nei luoghi più aridi e inospitali della Terra.
MARK Watney non ha fatto nulla di impossibile coltivando patate su Marte. Parola dell’International Potato Center (CIP), che negli ultimi mesi ha condotto prove rigorose il cui esito è incoraggiante: le patate possono crescere su Marte. L’idea messa in cantiere a fine 2015 non è così peregrina. Nel frattempo sono stati portati avanti i test e il 14 febbraio dello scorso è partita la seconda fase della sperimentazione, in cui una patata è stata piantata all’interno di un CubeSat costruito appositamente dagli ingegneri della University of Engineering and Technology (UTEC) sulla base dei parametri forniti dall’Ames Research Center della Nasa. Ebbene i risultati preliminari sono positivi.
Julio Valdivia-Silva, ricercatore associato presso l’Istituto Seti, che ha lavorato presso l’Ames Research Center della Nasa e ora lavora presso l’Utec, ha spiegato che “se i raccolti possono tollerare le condizioni estreme a cui sono esposti all’interno del CubeSat, significa che hanno una buona possibilità di poter crescere su Marte. Faremo diversi cicli di esperimenti per scoprire quale varietà di patata è più adatta e per capire quali sono le condizioni minime di cui una patata abbisogna per sopravvivere”.
I CubeSat sono dei mini satelliti tipicamente di forma cubica. In quello costruito per gli esperimenti con i tuberi è stato inserito all’interno solo un recipiente contenente terreno e la patata. L’ambiente è ermetico, e un sistema automatico eroga acqua ricca di sostanze nutritive, controlla la temperatura, imita la pressione dell’aria marziana, monitora i livelli di ossigeno e di anidride carbonica. Il sistema trasmette le informazioni in tempo reale e calcola inoltre le previsioni della germinazione delle patate.
Il presupposto di partenza è che le patate beneficiano di una grande capacità genetica di adattamento agli ambienti estremi e per gli esperimenti Cip ha sfruttato dei cloni capaci di tollerare condizioni come la salinità del suolo e la siccità. Il terreno selezionato è stato quello del deserto de Pampas de La Joya nel Perù meridionale, che è molto asciutto e quindi più simile alle condizioni di Marte.
Se qualcuno si sta interrogando sull’opportunità di investire in una ricerca di questo tipo, è bene specificare che i test porteranno dei benefici direttamente qui sulla Terra, perché aiuteranno le popolazioni che vivono nei luoghi più aridi e inospitali a trovare i prodotti giusti da poter coltivare.